Chirurgia vascolare (safenectomia)

Le varici, vene superficiali delle gambe, sono frequentemente il risultato di problemi presenti nel sistema valvolare venoso, che aiuta il flusso del sangue verso l’alto ed il suo ritorno al cuore.
Quando una o più di queste valvole diventano incontinenti, il sangue refluisce nelle vene verso il basso gonfiando i rami venosi più superificiali. La pressione venosa aumenta, dilatando e deformando le vene superficiali (cd. “vene varicose”). Il paziente può essere interessato anche da dilatazioni dei vasi più piccoli della cute, i capillari, che si manifestano visibilmente sotto la cute.
Nella maggior parte dei casi l’incontinenza valvolare si evidenzia a livello inguinale e dietro il ginocchio, dove le principali vene superficiali – grande e piccola safena – si innestano nelle vene profonde degli arti inferiori; in tale sede sono presenti le valvole più importanti che regolano in modo unidirezionale il flusso del sangue.

I SINTOMI
Le vene varicose possono causare dolore, senso di peso agli arti inferiori, edema e tensione.

QUANDO E' NECESSARIO RICORRERE ALLA CHIRURGIA?
Attraverso la visita ambulatoriale vascolare il medico diagnostica la patologia. Uno studio più accurato può essere eseguito con l’esame ecocolrdoppler, che permette la visualizzazione delle vene superficiali e profonde e la valutazione della loro funzionalità. L’esame è particolarmente dettagliato e preciso, dando informazioni - oltre che sulla morfologia – anche sulla direzione e sulla velocità del flusso del sangue nelle vene.
Qualora venga confermata l'insufficienza del sistema venoso safenico e in base alle valutazioni fatte sul singolo paziente mediante visita specialistica ed ecocolordoppler, è necessario ricorrere alla terapia chirurgica.

L’intervento più eseguito è lo stripping safenico o safenectomia, cioè l’asportazione chirurgica totale o parziale della vena safena incontinente, non più in grado di portare correttamente il flusso di sangue dal basso verso l'alto.
L'operazione viene eseguita attraverso un'incisione in sede inguinale e una mini-incisione alla caviglia. La vena viene così isolata ai due capi, ed incannulata con una sonda ("stripper"). La successiva estrazione della sonda permette l’asportazione della vena. L'intervento non presenta particolari rischi per il paziente, ed è eseguibile in anestesia loco-regionale e in day-hospital.